Il CeSVa – Centro Studi e Valutazioni di NeXt, negli ultimi mesi, ha aperto un percorso di ricerca in materia di valutazione d’impatto, per proporre un modello innovativo tutto italiano.
L’obiettivo è coniugare le peculiarità del sistema socio-economico-finanziario e il paradigma dell’economia civile per offrire a tutti i soggetti pubblici, privati e di terzo settore uno strumento in grado di attivare processi virtuosi di trasformazione territoriale.
a cura di Lorenzo Semplici, Responsabile del Centro Studi e Valutazioni di NeXt
Le ragioni di questa scelta risiedono in tre considerazioni di fondo.
La prima è di contesto generale: negli ultimi anni l’attenzione si è spostata in maniera crescente dalle tematiche connesse alla responsabilità sociale delle imprese, delle banche e dei cittadini all’impatto che le scelte di questi soggetti generano nel lungo periodo (basti pensare al filone dell’impact finance o al successo, soprattutto nel terzo settore, di metodologie di valutazione quali lo SROI – Social Return On Investment).
Dal punto di vista tecnico questo significa spostare l’attenzione da strumenti di rendicontazione, anche non finanziaria, a tecniche che, non limitandosi a dar conto di quanto fatto, offrono indicazioni sul cambiamento sociale, ambientale ed economico che le azioni implementate generano. Vale a dire che per essere responsabili non basta più fare, ma bisogna valutare se ciò che si fa impatta positivamente sulle condizioni di vita dei beneficiari.
In letteratura sono stati censiti più di 70 diversi modelli di valutazione d’impatto. Perché?
La risposta ci conduce alla seconda ragione: gli elementi (qualitativi, quantitativi e tecnici, di misurazione e di processo) di cui si sostanziano le metodologie di valutazione d’impatto sono numerosi e il cambiamento di uno solo dà vita a un nuovo modello. A titolo esemplificativo, basta prendere la definizione di impatto per comprendere quanto la risposta ad alcune delle numerose domande che è possibile porsi porti alla definizione di modelli di valutazione differenti. L’impatto è definito “come il cambiamento sostenibile di lungo periodo (positivo o negativo; primario o secondario) nelle condizioni delle persone o nell’ambiente che l’intervento ha contribuito parzialmente a realizzare, poiché influenzato anche da altre variabili esogene (direttamente o indirettamente; con intenzione o inconsapevolmente)” (vedi l’articolo di Zamagni S., Venturi P., Rago S. (2015), Valutare l’impatto sociale. La questione della misurazione nelle imprese sociali. Rivista Impresa Sociale – numero 6 / 12-2015).
Cosa si intende per cambiamento sostenibile?
Cosa si intende per sostenibilità e quali declinazioni operative la sostanziano?
Come sono esplicate le condizioni delle persone?
Quali parametri oggettivi definiscono un miglioramento in termini di benessere?
La terza ragione che ci ha portato ad intraprendere questo cammino di ricerca risiede in una duplice convinzione.
La prima è che importare modelli di valutazione da contesti profondamente diversi non solo potrebbe non condurre ai risultati attesi, ma è in principio una contraddizione della stessa logica della valutazione, in quanto quest’ultima deve essere ancorata a quelle che sono le condizioni peculiari della realtà in cui opera.
La seconda è che anche uno stesso contesto può essere analizzato e interpretato con chiavi di lettura diverse che dipendono dal paradigma al quale si fa riferimento. Il paradigma dell’economia civile, con la sua logica a quattro mani (Stato, mercato, imprese e cittadini), contribuisce a definire uno spazio socio-economico in cui il tutto è superiore alle parti, in quanto ogni parte deve essere in relazione con le altre ed orientata al miglioramento del benessere di tutti e di ciascuno in una prospettiva di bene comune.
Inoltre, l’economia civile mette a disposizione una cassetta degli attrezzi fatta di principi trasversali, inclusivi ed irrinunciabili per tutti i soggetti economici che vogliano realmente definirsi civili e di buone pratiche che abbisognano di essere messe a sistema. La sfida che NeXt ha raccolto è quella di definire un modello di valutazione in cui la capacità d’impatto di tutti i soggetti sia coerente con
l’economia civile, nei risultati così come nei processi, rispondendo alla necessità di attivare progetti di impatto territoriale che corrano sui binari del coinvolgimento multistakeholder e della partecipazione dal basso.
Un ultimo elemento che non può essere trascurato è dato dal fatto che la progettazione/pianificazione strategica/agenda politica e la valutazione sono facce diverse e complementari che danno vita all’unico prisma del processo di cambiamento e in quanto tali devono
adottare un unico linguaggio progettuale/valutativo capace di metterle in relazione favorendo la costruzione di una rete partecipata di economia civile.