Crisi economiche, sanitarie e internazionali stanno cambiando la nostra visione del mondo, dell’economia e del nostro ruolo in essa. Il mercato è infatti frutto delle nostre scelte di consumo, delle azioni degli attori economici che lo animano e delle politiche dei governi volte a regolamentarlo.
Da anni assistiamo infatti ad una sempre maggiore attenzione del legislatore verso azioni che garantiscano che le attività economiche rispettino il pianeta e le persone che lo abitano, come testimoniano ad esempio a livello comunitario in Europa il Green New Deal Europeo e la tassonomia finanziaria, sociale e ambientale
La volontà degli attori statali non è però sufficiente affinché questo cambiamento diventi realtà, centrali sono invece le preferenze dei consumatori responsabili. Come testimoniano i dati forniti da Eutopia per il rapporto COOP nel 2020, nonostante la crisi economica, è cresciuta del 27% la platea dei consumatori che acquistano prodotti sostenibili ed eco friendly.
A questo si aggiunge un trend in costante crescita rispetto alle motivazioni dietro a tali acquisti, sono infatti più del 50% i consumatori che identificano il proprio consumo critico come una forma di cittadinanza attiva e impegno civile quotidiano con il 36,9% di questi che sottolinea come il consumo oltre a soddisfare i bisogni personali, debba anche avere un fine sociale, mentre il 23,5% sceglie responsabilmente i prodotti al fine di non contribuire ad ingiustizie sociali.
Per questo motivo negli ultimi anni è cresciuta sensibilmente la quota di aziende, che fanno del rispetto dei nuovi standard ESG – Environment, Social and Governance – uno strumento fondamentale per rafforzare e valorizzare il proprio business rendendo la propria azione capace di generare impatto sul territorio. Secondo un’analisi dell’indagine ODM Consulting il 98% delle imprese riconosce che debba esserci una coerenza tra sostenibilità e obiettivi aziendali.
A questo si aggiunga lo scenario che i numeri dell’ISTAT delineano con circa l’84,3% delle aziende che ha realizzato almeno un’azione di sostenibilità sociale e il 73,5% almeno un’azione di sostenibilità ambientale.
I risultati di queste scelte garantiscono risultati su indicatori fondamentali della vita e del successo di un’impresa, come testimonia la ricerca di Doxa Marketing Advice per Conai la quale certifica come per 7 aziende su 10 gli investimenti apportati in sostenibilità hanno portato benefici in termini di fatturato (69%), competitività (70%) e reputazione (82%).
È dunque chiaro quanto sia importante riuscire ad attivare percorsi di questo genere per le imprese.
È però molto alto il rischio di green e social washing, elementi che portano ad un ancor più marcato caos informativo per i consumatori, i quali si ritrovano spesso spiazzati e confusi.
Serve quindi seguire step coerenti per portare la propria azienda verso una sostenibilità che sia reale e non solo di facciata.
Primario è quindi misurare il proprio grado di impegno attraverso indicatori certificati e riconosciuti dai vari attori della società, così da permettere poi di massimizzare le esternalità positive e ridurre quelle negative.
Proprio sul tema della misurazione e sulla certificazione della sostenibilità si registra la principale barriera che spesso limita le aziende davanti a queste scelte: i costi. In particolare per le piccole e medie imprese, le quali rappresentano la larga maggioranza del tessuto economico italiano, gli oneri di valutazione e certificazione sono spesso troppo alti e non sostenibili per i propri bilanci.
Questo rischia di escludere un importante settore della nostra economia dalle nuove linee di credito ESG e dall’incontrare le preferenze dei consumatori responsabili.
Questo nonostante tali imprese siano a volte le più avanzate in vari aspetti della sostenibilità con rapporti ben radicati nel territorio, ma che non riescono invece a valorizzare questi aspetti data l’assenza di una misurazione confrontabile e comparabile con quella delle grandi aziende.
Lo strumento per aumentare la tua Responsabilità Sociale D’Impresa
Per questo motivo NeXt Nuova Economia per Tutti APS ETS ha ideato uno strumento di rendicontazione non finanziaria ESG complaint: Il NeXt Index® ESG Risk Adjusted. Questo indice ha tre vantaggi strategici. Il primo è rappresentato dalla sua natura di autovalutazione, elemento che riduce di gran lunga i costi comparato ad altri sistemi di monitoraggio e valutazione.
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Il secondo è la sua connessione con standard internazionali (SDGs e GRI) e nazionali (BES), che permettono ai singoli attori economici qualsiasi sia la loro dimensione di essere comparabili con gli altri e la coerenza con le attuali evoluzioni legislative in tema di valutazioni ESG e rendicontazione non finanziaria, tanto a livello europeo, quanto a livello nazionaleIl terzo è invece la sua natura partecipata che permette di mettere in rete propri stakeholder e valorizzare i loro pareri all’interno della redazione della propria strategia.