Stiamo assistendo ad una rivoluzione copernicana del modo di fare impresa grazie alla sempre crescente affermazione del bilancio sociale e della valutazione d’impatto, questo potrebbe portare ad una realtà economica ampiamente differente in un lasso di tempo relativamente breve. Il consumo e il credito in questo momento rappresentano le principali leve capaci di ribaltare l’attuale assetto.
Le scelte dei consumatori in favore di una sostenibilità integrale e non di mera facciata stanno cambiando le prospettive di cosa è conveniente o meno per le aziende.
Allo stesso tempo i grandi fondi di investimento stanno lentamente, ma inesorabilmente, abbandonando e lasciando indietro le aziende che non si adeguano e non producono certificazioni e misurazioni ESG compliant, in grado di testimoniare il fatto di aver scelto un percorso di sostenibilità responsabile.
Perché la valutazione d’impatto è diventata così importante
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La valutazione d’impatto è quindi diventata negli ultimi anni uno strumento fondamentale a disposizione dell’imprenditore. Sono sempre di più le aziende e le organizzazioni che decidono di intraprendere infatti percorsi di valutazione, con annessi report, che dimostrino gli effetti positivi che le proprie strategie hanno generato.
Davanti a questi strumenti è però sempre bene essere attenti, dato che è possibile che dietro vi si nascondano operazioni di social e greenwashing.
Operazioni simili sono estremamente dannose dato che non solo mascherano attività non pienamente generative, ma favoriscono anche un caos informativo, seminando sfiducia, il che rende ancora più difficile l’emersione delle aziende pienamente responsabili.
Di seguito cercheremo di capire cosa intendiamo con impatto e del perché sia necessario farlo.
Partiamo dal definire che cos’è l’impatto. Zamagni e Venturi lo descrivono come:
il cambiamento sostenibile di lungo periodo (positivo o negativo; primario o secondario) nelle condizioni delle persone o nell’ambiente che l’intervento ha contribuito parzialmente a realizzare, poiché influenzato anche da altre variabili esogene (direttamente o indirettamente; con intenzione o inconsapevolmente)”.
La profondità però di questi impatti può essere solo ipotizzata se non accuratamente misurata e analizzata.
È necessario però avere presente quale impatto si vuole tenere in conto e quale si vuole andare a migliorare o a ridurre, nel caso sia negativo. La dimensione fondamentale che è necessario valutare è quella multidimensionale, non è infatti possibile limitare l’analisi solamente all’impatto sociale, a quello economico o a quello ambientale.
La letteratura scientifica certifica che queste dimensioni siano profondamente connesse ed è quindi centrale valutarle nel complesso.
Per questo NeXt Impact valuta l’impatto utilizzando come punto di partenza il NeXt index il quale permette, attraverso le sei aree del questionario di autovalutazione, di analizzare tutti gli aspetti riguardanti un’azienda e quello che la circonda, partendo dagli aspetti della governance per passare a quelli dell’ambiente di lavoro, del rapporto con i cittadini e consumatori, della catena di fornitura per poi finire con l’aspetto ambientale e delle relazioni verso la comunità locale.
Ma prima di capire perché è così importante misurare l’impatto multidimensionale in un dato territorio è giusto chiedersi di cosa è possibile misurare l’impatto?
Oggetto della valutazione d’impatto può essere infatti un progetto o un’organizzazione in toto. Dalla natura dell’elemento sotto analisi si modifica la metodologia che viene adoperata per calcolarlo.
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L’analisi dell’impatto di un progetto serve a misurare quali siano stati i risultati profondi anche oltre gli obiettivi strategici che il progetto si era posto.
- Qual è l’impatto complessivo sul benessere multidimensionale del progetto?
- Al termine del progetto quali risultati sono stati raggiunti per ciascun indicatore?
- A tre anni dalla fine il progetto ha creato altri impatti positivi oltre a quelli dell’impatto diretto?
- Cosa sarebbe successo in assenza del progetto?
- Altri soggetti o situazioni hanno contribuito all’impatto diretto o indiretto del progetto?
- Qual è la durata stimata dell’impatto diretto o indiretto del progetto?
Una buona valutazione d’impatto può fornire le risposte a queste domande e di conseguenza guidare la progettazione futura.
Nel caso invece dell’organizzazione la valutazione dell’impatto multidimensionale rappresenta lo strumento attraverso cui misurare la generatività, ad esempio, di un’azienda. Questo permette di mostrare il volto nascosto del prodotto o dei servizi valutando gli effetti che si sono avuti sui lavoratori, sull’ambiente e sulla comunità circostante.
A quali bisogni risponde la valutazione d’impatto
Una volta capito cosa è possibile valutare possiamo chiederci perché è così importante valutare il proprio impatto. Svolgere una valutazione permette di rispondere a bisogni strategici e relazionali.
Il primo bisogno strategico aziendale a cui risponde è sicuramente quello di avere piena cognizione di quello che si genera, andando oltre il mero aspetto del risultato economico.
Un’azienda, ma in generale ogni tipo di organizzazione, redige una reportistica finanziaria, la quale però non è in grado di assegnare un valore alle esternalità positive o negative in campo ambientale e sociale e, conseguentemente, la sua capacità generativa, la tipologia di benessere multidimensionale creato e chi ne ha beneficiato.
La valutazione d’impatto permette di completare, in misura altrettanto puntuale, la rendicontazione sugli aspetti economico-finanziari, integrandoli in una prospettiva di sostenibilità inclusiva.
Questo vantaggio esiste anche sulla progettazione, è impossibile negare che vi sia una connessione tra valutazione e la programmazione, essendo due aspetti della stessa medaglia.
Affinchè un progetto, qualunque esso sia, possa vedere aumentare i risultati positivi e limitate le debolezze negli, è necessario affrontare una valutazione attraverso cui conoscere quali siano gli uni e gli altri e capire il percorso che li ha portati ad essere generati così da limitarli nella successiva progettazione.
Il secondo bisogno strategico a cui risponde è legato all’aumento della competitività dell’organizzazione in sé, permettendo l’accesso a nuove linee di credito, e del prodotto o servizio offerto, diminuendo l’asimmetria informativa nei confronti del consumatore.
La misurazione del proprio impatto permette alle aziende di rendersi conformi ai criteri ESG, i quali sono ormai diventati una barriera di accesso fondamentale alla maggior parte dei fondi pubblici e privati al fine di poterne usufruire.
Dall’altra parte però con l’attuale cambiamento nella sensibilità dei cittadini la valutazione si trasforma in una cartina tornasole per il consumatore responsabile che vota con il portafoglio per favorire la nuova economia.
Questi infatti acquista potere informativo ed è responsabilizzato attraverso una valutazione d’impatto multidimensionale, la quale gli permette di capire qual è il reale tasso di generatività dell’azienda così da garantirgli il diritto di scelta premiando i virtuosi e lasciando indietro i negligenti.
Il terzo bisogno a cui risponde la valutazione d’impatto è di tipo relazionale. Questa infatti permette all’organizzazione e al progettista di mettersi in ascolto e costruire capitale sociale con gli attori, che il territorio lo vivono insieme all’azienda.
Non è possibile avere un’immagine piena e soddisfacente dell’impatto generato, senza ascoltare gli stakeholders del territorio. Di conseguenza la nascita di questo rapporto può portare alla costruzione di rapporti win win che garantiscono l’attivazione di processi generativi di Benessere multidimensionale e una maggiore resilienza per tutti gli attori del territorio.